Roccella Jonica
Roccella Jonica - I suoi natali possono essere rintracciati tornando indietro all’epoca della Magna Grecia. Il paese sarebbe infatti l’antica località di Amphisya ricordata nei poemi del poeta romano Ovidio.
Nel X secolo il paese si chiamava già Rupella, poi Arocella, fino all’attuale nome di “Roccella” a causa del suo posizionamento sull’enorme costone roccioso a picco a due passi dal mare. Al 1270 risale il primo documento che testimonia l’esistenza di Roccella Jonica: in esso si tratta della vendita del Castello donato a Gualtieri de Collepietro da Carlo I d’Angiò. Roccella fu un importante feudo e rocca difensiva della costa, principalmente contro gli invasori saraceni.
Nel 1553 la grande fortezza riuscì a respingere validamente gli attacchi del corsaro Dragut, giunto dal mare con 150 navi diverse: moltissime furono affondate dalle artiglierie del castello. Da quindici anni è una delle spiagge calabresi dove sventola la Bandiera Blu.
Castello è situato su un promontorio roccioso a 104 m.s.l.m.. Si tratta di un nobile palazzo antico, che conserva un magnifico portale litico, sormontato dallo stemma, in pietra calcarea ed eroso dal tempo, dei principi Carafa della Spina. Il palazzo è arricchito al suo interno da un cortiletto, in selciato, con otto canali a forma di stella. Attigua all’edificio è la Chiesa Matrice di S. Nicola di Bari, in stile jonico barocco.
La chiesa aveva un piccolo soccorpo, chiamato catacombe e pregevoli altari in marmo policromo, posti tutt’ora nella nuova chiesa Matrice, due dei quali sono stati dichiarati monumenti nazionali. La chiesa è contigua al palazzo dei Principi Carafa, e la nobile famiglia attraverso un coretto, oggi distrutto, accedeva direttamente all’interno dell’edificio sacro.
Nel campanile della chiesa era installato un orologio che rintoccava le ore sulla campana, la cui impronta circolare è ancora visibile.